Balleremo la musica che suonano

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Questa è la storia di un ragazzo che sentiva di non appartenere al luogo in cui viveva. Così decise di cercarne un altro.

In famiglia i soldi erano pochi: quando si andava in pizzeria, si sceglieva il piatto più economico, non quello che faceva davvero gola. Il suo destino sembrava già scritto. Non aveva alcun talento particolare su cui fare affidamento, né un grande sogno da inseguire. E ogni volta che provava a esprimere un desiderio, c’era sempre qualcuno pronto a dirgli che non era roba per lui. A poco a poco si convinse che certi pensieri, certe ambizioni, non se li poteva proprio permettere.

Poi, un giorno, i libri entrarono nella sua vita in modo del tutto diverso da come li aveva conosciuti a scuola. Lo folgorarono. Le pagine di Hermann Hesse, Gabriel García Márquez, Jack London, Joseph Conrad gli fecero alzare lo sguardo dalle noie quotidiane e pensare: Da qualche parte ci deve essere uno spazio anche per me.

D’un tratto, la sua vita iniziò a stargli stretta, come una scarpa di un numero troppo piccolo. La lettura gli aveva mostrato una via di fuga, ma soprattutto gli aveva dato il coraggio per imboccarla.

Cercare la propria strada, però, a volte significa ferire chi rimane. Come quel padre che per lui era sempre stato un grande eroe triste. E un figlio che vede il proprio genitore infelice spesso si sente in colpa nel provare a toccare la felicità con mano.

Disponibile a La Feltrinelli